L’India come centro manifatturiero emergente: i fattori che guidano la crescita

Posted by Written by Archana Rao Reading Time: 9 minutes

Il settore manifatturiero indiano ha assistito a nuovi importanti investimenti in impianti di produzione da parte di importanti multinazionali come Siemens, GE, Philips, Samsung Electronics, PepsiCo, ABB, Micron, ecc. India Briefing analizza i fattori responsabili della crescita del settore manifatturiero indiano e il suo potenziale per diventare un hub Cina+1.


L’India sta attuando diverse strategie per attrarre gli investimenti esteri, ad esempio con l’invito a presentare offerte in       settori all’avanguardia come la produzione di semiconduttori e l’estrazione di minerali strategici e l’offerta di incentivi e pacchetti finanziari specifici per il settore. L’attrattiva dell’India è attribuita alla sua stabilità geopolitica, alla forza lavoro qualificata e al costo del lavoro inferiore rispetto alla Cina.

Negli ultimi cinque anni, l’India ha visto un aumento della collaborazione tecnica con partner stranieri, in particolare in settori come la telefonia mobile, l’elettronica e la lavorazione degli alimenti: Stati Uniti, Germania e Giappone sono i principali partner nel settore del trasferimento tecnologico. Inoltre, durante la pandemia di COVID-19, l’India ha dimostrato la sua abilità manifatturiera producendo rapidamente farmaci e vaccini, cambiando la percezione delle sue capacità produttive.

Paese

Quota di produzione globale

Cina

31.63%

Stati Uniti

15.87%

Giappone

6.52%

Germania

4.78%

India

2.87%

Corea del Sud

2.71%

Russia

1.83%

Italia

1.8%

Messico

1.69%

Francia

1.65%

Fonte dei dati: World Population Review

Grazie alla semplificazione dei processi normativi, alle opportunità scaturite dalla attività di ricerca e sviluppo e alla capacità di produrre e assemblare prodotti di alta qualità che soddisfano gli standard internazionali, l’India si presenta ora come una destinazione favorevole per le aziende straniere. Di conseguenza, le principali aziende internazionali si insediano sempre più spesso nel Paese o esplorano partnership di ricerca e sviluppo.

Il momento d’oro dell’industria manifatturiera indiana

La fase attuale è stata soprannominata dagli esperti del settore “il momento d’oro” del boom industriale indiano. I positivi cambiamenti nel settore manifatturiero, come l’aumento di fusioni e acquisizioni (M&A), le politiche di sostegno governativo, l’aumento della capacità produttiva e i sostanziali investimenti da parte di private equity e venture capital, stanno costruendo una solida base per il successo economico della nazione nel lungo termine.

  • Si prevede che la crescita del PIL indiano renderà il Paese, entro il 2025, un’economia da 5 trilioni di dollari.
  • Il Governo centrale ha rivisto la spesa per lo sviluppo delle infrastrutture a 11.110 miliardi di INR (133,3 miliardi di dollari) per l’anno fiscale 2024-25, segnando un balzo dell’11,1% rispetto ai 10.000 miliardi di INR (119,97 miliardi di dollari) dell’anno precedente.
  • Gli afflussi totali di IDE nel Paese, nell’anno fiscale 2023-24, sono stati di 17,96 miliardi di dollari e gli afflussi azionari totali di IDE si sono attestati a 11,54 miliardi di dollari. Nell’anno fiscale 2023-24, Mauritius (26%), Singapore (23%), Stati Uniti (9%), Paesi Bassi (7%) e Giappone (6%) sono saliti ai primi cinque posti per investimenti diretti esteri in India.
  • L’India ha oltre 42 accordi commerciali (compresi gli accordi preferenziali) con vari Paesi e regioni.
  • Per le nuove unità produttive costituite entro il 31 marzo 2024, le aliquote dell’imposta sulle società sono state ridotte dal 22% al 15%.

Il Segretario del Dipartimento per la Promozione dell’Industria e del Commercio Interno, Rajesh Kumar Singh, rimane ottimista sul potenziale di crescita dell’India nel settore manifatturiero. Ha osservato che, nonostante molti investitori stranieri e multinazionali cerchino di diversificare la loro attività lontano dalla Cina, l’India prevede di attirare almeno 100 miliardi di dollari di IDE lordi all’anno.

Inoltre, si prevede che l’India possa esportare beni per un valore di 1 trilione di dollari entro il 2030, grazie all’aumento degli investimenti produttivi e della capacità interna. Secondo i dati sulle esportazioni 2022-23, le esportazioni totali dell’India si sono attestate a 776 miliardi di dollari, di cui 450 miliardi di dollari provenienti da prodotti manifatturieri.

  • Secondo le stime della Federation of Indian Export Organizations (FIEO), grazie all’aumento della domanda globale, le esportazioni indiane dovrebbero aumentare da 770 miliardi di dollari del 2023-24 a 900 miliardi di dollari nel 2024-25.
  • Nell’industria aeronautica, Boeing starebbe cercando di stabilire un impianto di produzione e si starebbe rifornendo principalmente dall’India.
  • Il più grande produttore di turbine eoliche al mondo, la danese Vestas, nel 2021 ha costruito due nuovi impianti a Sriperumbudur.
  • Nel 2023, è stato reso noto che il produttore di auto elettriche Tesla, intende rifornirsi di un numero doppio di componenti auto dal Paese.

Fattori di crescita

L’impennata della domanda globale di beni di consumo e l’impulso a ridurre l’eccessiva dipendenza dagli approvvigionamenti dalla Cina hanno spinto il commercio tra l’India e altri Paesi a livelli senza precedenti. Sebbene la Cina rimanga il principale polo produttivo mondiale, l’India ha compiuto progressi nell’automazione e nella formazione dei lavoratori che hanno ridotto i costi di produzione, in particolare per i prodotti di consumo ad alta intensità di manodopera.

Paese

Salario minimo mensile (fino al 2023) in dollari USA

Bangladesh

$ 16

Cambogia

$ 194

Cina

$286

India

$ 59

Indonesia

$ 180

Giappone

1.267 dollari

Malesia

$341

Nepal

$ 120

Pakistan

$ 122

Filippine

$ 148

Sri Lanka

$ 40

Thailandia

$261

Vietnam

$165.3/giorno

Fonte dei dati: ILO, Statista

L’India sta assistendo a un boom dell’attività di fusioni e acquisizioni (M&A). Le industrie automobilistica, elettronica e tessile, hanno mostrato segni di promettente espansione attirando investimenti significativi. Secondo un rapporto di Deloitte, nel 2023 le operazioni di M&A in entrata in India hanno registrato una crescita significativa, con un aumento della loro quota al 41% (per un totale di 55 miliardi di dollari) dal 27% del 2022. Questa crescita è stata trainata da acquirenti strategici, in particolare dai Paesi Bassi, dagli Stati Uniti e dalla Germania, che hanno contribuito per il 65% al valore degli investimenti in entrata. I settori chiave che hanno attratto questi investimenti sono stati i servizi finanziari, la tecnologia, i media, le telecomunicazioni (TMT) e il settore manifatturiero, alimentati dal crescente interesse per FinTech, e-commerce e componenti per auto, insieme a una forte domanda locale e alle favorevoli politiche pubbliche.

I leader del settore e gli economisti si aspettano che, nell’anno fiscale 2025, la spesa in conto capitale dell’India rimanga elevata. Morgan Stanley osserva che la spesa pubblica e un rimbalzo degli investimenti privati sosterranno il ciclo di spesa in conto capitale dell’India. La banca d’investimento globale stima che il rapporto di investimento dell’India aumenterà dal 34% del PIL nell’anno fiscale 2023-24 al 36% del PIL nell’anno fiscale 2026-27.

Gli imprenditori e le start-up indiane stanno formando joint venture (JV) all’estero per migliorare il potenziale di esportazione dei loro prodotti realizzati, grazie a collaborazioni tecniche con player stranieri.

Allo stesso modo, le aziende indiane e le aziende esportatrici stanno stringendo joint venture in India per costruire o aumentare la produzione locale, soddisfacendo sia il mercato dei consumatori indiani in rapida crescita che le principali destinazioni di esportazione. Un esempio è il produttore di abbigliamento Shahi Exports, che ha stipulato una joint venture con Little King Global, un produttore di tessuti sintetici per abbigliamento sportivo con sede a Taiwan. L’unità di lavorazione proposta sarà situata a Shimoga, nel Karnataka.

Più di recente, JWS ha stretto una joint venture con MG Motor India, una consociata interamente controllata dalla cinese SAIC Motor, per entrare nell’ecosistema dei veicoli elettrici. Questa joint venture è stata approvata dall’autorità di regolamentazione antitrust, la Competition Commission of India. SAIC Motor e JSW hanno annunciato la joint venture nel dicembre dello scorso anno, con il gruppo indiano che detiene una quota del 35%. Secondo il sito web della società JSW, MG Motor, nell’ambito della joint venture, espanderà la sua capacità produttiva di veicoli fino a 300.000 unità all’anno a Halol, nel Gujarat.

Per stimolare gli investimenti, le amministrazioni dei rispettivi stati indiani competono con sussidi personalizzati e flessibili, politiche industriali preferenziali, riduzione delle imposte, snellimento della burocrazia attraverso autorizzazioni a sportello unico, aumento delle opzioni di finanziamento ed altro. Anche il Governo centrale ha attuato misure per alleviare i problemi di liquidità per le società finanziarie non bancarie (NBFC) e le banche riducendo gli oneri di conformità, liberalizzando le norme sugli IDE e promuovendo la produzione attraverso ordini pubblici di appalto, il programma di produzione graduale (PMP) e gli schemi di incentivi legati alla produzione (PLI) per semplificare il Doing Business.

L’India mostra la sua forza anche in settori come quello farmaceutico, chimico, dei macchinari industriali, dell’elettronica, delle automobili e del tessile ed è una delle prime quattro destinazioni per le aziende americane che si trasferiscono dalla Cina.

Il settore manifatturiero indiano nell’ambito internazionale

All’inizio del 2024, il PMI (Purchasing Managers Index) manifatturiero di HSBC India  è stato rivisto al ribasso a 58,8 nell’aprile 2024 rispetto alle stime preliminari e al 59,1 finale di marzo rispetto alle previsioni di 59,5. Indipendentemente dai vari picchi, le aziende con sede in India hanno registrato una costante e forte ripresa delle nuove acquisizioni di attività, con un ritmo di espansione che è il secondo più forte dal 2021.

PMI manifatturiero: i Paesi più performanti in Asia

Paese

Più recente*

Precedente

Anno di riferimento

Mongolia

59*

54.2

Giugno/23

India

58.8

59.1

Aprile/24

Arabia Saudita

57

57

Aprile/24

Emirati Arabi Uniti

55.3

56.9

Aprile/24

Indonesia

52.9

54.2

Aprile/24

Filippine

52.2

50.9

Aprile/24

Kazakhstan

51.5

51.6

Aprile/24

Cina

51.4

51.1

Aprile/24

Israele

51

49.1

Marzo/24

Hong Kong

50.6

50.9

Aprile/24

Fonte: Trading Economics; Nota: * Gli ultimi dati PMI si riferiscono ad aprile 2024, ad eccezione della Mongolia, che si riferisce al Q2 2023.

HSBC osserva inoltre che le aziende nazionali hanno aumentato la loro produzione, mentre le scorte sono salite a uno dei livelli più alti degli ultimi 19 anni. Per soddisfare la crescente domanda da tutto il mondo, all’inizio del primo trimestre dell’anno fiscale 2024-25 (aprile), i produttori indiani hanno assunto più personale. La creazione di posti di lavoro, sebbene moderata, è stata la più rapida dal settembre 2023.

I produttori indiani prevedono un aumento della produzione nel 2025, grazie alla fiducia delle imprese, alimentata dalle aspettative di una domanda sostenuta.

Passaggio alla produzione intelligente

I bassi costi di manodopera erano uno dei principali vantaggi della produzione indiana. Tuttavia, nei Paesi occidentali i normali lavori a bassa qualifica vengono automatizzati, mentre in India i salari crescono progressivamente. Si prevede che in alcune economie sviluppate, il reshoring e la localizzazione basati sulla tecnologia saranno le tendenze prevalenti. Inoltre, il settore manifatturiero indiano sta affrontando una forte concorrenza da parte delle economie in via di sviluppo con costi del lavoro più bassi, come il Vietnam, nonché delle nazioni industriali ricche come la Cina e la Corea del Sud.

I mercati a costi più elevati stanno sfruttando tecnologie all’avanguardia come blockchain, stampa 3D, IoT, cloud computing e intelligenza artificiale (AI) per ridurre i costi in tutto il processo di produzione e aumentare l’efficienza operativa nel lungo termine.

Secondo lo “State of Smart Manufacturing Report” pubblicato da Rockwell Automation, l’India è leader mondiale per aziende manifatturiere che investono in tecnologia.

La maggior parte dei produttori concorda sul fatto che la digitalizzazione può essere applicata a ogni fase del ciclo di vita di un’azienda, compresi l’idea e la progettazione, l’ingegneria, l’approvvigionamento, la logistica della catena di approvvigionamento, il magazzino, l’esperienza del cliente, le funzioni strategiche e la governance. La digitalizzazione delle operazioni può aumentare l’efficienza, la qualità, la sicurezza e la trasparenza. Può anche ridurre i costi, le tempistiche e gli errori.

In India, diverse aziende leader, come Larsen & Toubro Ltd., ABB India Ltd., Siemens Ltd., Rockwell Automation India Pvt. Ltd., Honeywell Automation India Ltd., Schneider Electric India Pvt. Ltd., Mitsubishi Electric India Pvt. Ltd., ecc., hanno incorporato la tecnologia di automazione nelle loro unità produttive per aumentare l’efficienza e la qualità.

L’India sfrutta la strategia Cina+1

Con l’India in ascesa come opzione preferita, l’approccio China Plus+1 prevede che le aziende diversifichino le loro attività produttive costruendo o ampliando gli impianti di produzione in mercati diversi dalla Cina. Questa strategia riduce i rischi di un’eccessiva dipendenza da un singolo Paese, sfruttando contemporaneamente il crescente bacino di clienti dell’India, la manodopera qualificata e i vantaggiosi incentivi commerciali.

Confronto con i principali concorrenti

  • Dimensioni del mercato: l’attuale dimensione manifatturiera dell’India è pari a quella di Paesi leader come Vietnam e Malesia.
  • Facilità di fare affari: il Vietnam (al 70° posto) e la Malesia (al 12° posto) hanno un ambiente normativo generale più semplice rispetto all’India e sono preferiti da molte aziende straniere per la creazione di unità commerciali. L’India, tuttavia, ha lavorato costantemente per migliorare la facilità di fare affari semplificando e digitalizzando le procedure.
  • Costo del lavoro: i Paesi dell’Asia meridionale come Vietnam, Malesia, Bangladesh, Indonesia, Cina, ecc. offrono costi del lavoro più competitivi rispetto all’India.
  • Infrastrutture: Per rilanciare le proprie economie, Paesi come il Vietnam si stanno concentrando sullo sviluppo dei loro settori manifatturiero e delle costruzioni. L’eccellenza delle infrastrutture ha contribuito alla crescita del 6,28% del settore manifatturiero. Sebbene il Governo centrale indiano nel febbraio 2024 abbia annunciato un aumento della spesa per le infrastrutture, quella manifatturiera del Paese non ha ancora subito trasformazioni strutturali.

I principali mercati manifatturieri della regione Asia-Pacifico

  • Vietnam

Il Vietnam ha effettivamente aumentato il contributo al PIL del suo settore manifatturiero da meno del 17% nel 2010 a oltre il 25% entro il 2022. La nazione ha programmato numerosi miglioramenti infrastrutturali per il trasporto aereo, marittimo, ferroviario e stradale nel suo piano generale per il 2030. La classifica del Vietnam nella classifica Ease of Doing Business della Banca Mondiale è passata dal 78° posto del 2015 al 70° posto del 2020. Due settori importanti per gli investimenti diretti esteri in Vietnam sono l’elettronica e le automobili.

  • Thailandia

Per quasi un decennio, la quota del settore manifatturiero sul PIL nazionale è rimasta stabile al 26-30%. La classifica della Thailandia sulla facilità di fare affari è passata dal 26° posto del 2015 al 21° del 2020. Le due principali industrie che hanno attirato il 20% di tutti gli IDE manifatturieri nel 2022 sono state il settore dell’elettronica e degli elettrodomestici e il settore automobilistico (circa 3,6 miliardi di dollari su un afflusso totale di IDE di 18 miliardi di dollari).

  • Malesia

In Malesia, nel 2022 il settore manifatturiero ha contribuito per il 24% al PIL del Paese. La classifica della Malesia è migliorata passando dal 18° posto del 2015 al 12° posto del 2020. Nel 2021, il settore industriale, in particolare quello elettronico e quello dei mezzi di trasporto di categoria 8, ha ricevuto il 61,4% dei 10,7 miliardi di dollari di flussi di IDE nel Paese. Gli IDE manifatturieri per il 2022 (da gennaio a settembre) sono stati di circa 14 miliardi di dollari.

  • India

Il contributo del settore manifatturiero all’economia indiana è ancora relativamente basso, attestandosi al 15% nel 2023 dopo essere rimasto stagnante nell’intervallo 13-17% per oltre 20 anni. Ma a partire dal 2020, la classifica Ease of Doing Business dell’India è salita significativamente a 63. L’industria manifatturiera ha portato circa 21,34 miliardi di dollari di investimenti nell’anno finanziario 2022. Nei prossimi anni, si prevede che gli afflussi di IDE nel settore manifatturiero aumenteranno a seguito della spinta politica per migliorare il settore attraverso il piano di incentivi legati alla produzione.

Prospettive

L’attività manifatturiera in India sta crescendo in una serie di settori, tra cui l’elettronica, l’automotive, il tessile e i prodotti farmaceutici, poiché sempre più aziende internazionali e multinazionali si sentono in dovere di espandere la loro presenza geografica e diversificare i loro partner per l’approvvigionamento.

L’India si posiziona come nodo critico nelle reti di supply chain in via di sviluppo grazie alla sua posizione geografica vantaggiosa, che fornisce l’accesso a importanti mercati globali e alla vicinanza al sud-est asiatico.

Tuttavia, affinché l’India si trasformi in una potenza manifatturiera, è necessario risolvere una serie di questioni, come la complessità normativa, la carenza di competenze, l’acquisizione fondiaria e le norme edilizie, nonché gli ostacoli logistici e infrastrutturali. Va notato che il Governo centrale sta lavorando con le parti interessate del settore per accelerare la modernizzazione delle infrastrutture, semplificare le procedure e le attività commerciali.

(1 dollaro = 83,30 INR)