Prospettive di investimento per l’ecosistema delle startup indiane nel 2023
L’ecosistema delle startup indiane, al terzo posto a livello globale, vanta oltre 99.000 startup riconosciute e 108 unicorni, per un valore di 340,80 miliardi di dollari ed un futuro radioso in prospettiva. L’aggiornamento del 2019 alla definizione di startup da parte del DPIIT, ne garantisce l’idoneità in base alla costituzione, al fatturato, all’innovazione e alla scalabilità. Fattori come l’inflazione globale, le tasse sulla ricollocazione della sede centrale e le complessità delle valutazioni hanno portato a un recente calo dei finanziamenti. Tuttavia, l’attrattiva dell’India per le startup rimane forte, con oltre 20 miliardi di dollari di fondi dedicati, pronti per essere distribuiti, come previsto dagli esperti del settore.
Le startup sono diventate un fattore chiave dell’economia indiana nell’innovazione e nella creazione di posti di lavoro. Sono responsabili della creazione di circa un milione di posti di lavoro, con un aumento del 64% nel 2022. Le startup indiane sembrano però attraversare un inverno degli investimenti (“Funding winter”), che i funzionari fanno risalire alla fine del 2022. A causa di questo calo degli investimenti, il Dipartimento per la promozione dell’industria e del commercio interno (DPIIT) ha adottato misure attive per trovare soluzioni in base alle specifiche necessità.
Cos’è il funding winter?
Per “Funding winter” si intende un periodo di tempo prolungato di carenza dei fondi raccolti, in quanto le società di private equity ed i venture capitalist non effettuano nuovi investimenti, si ritirano dalle operazioni esistenti o rinunciano all’erogazione dei finanziamenti promessi alle startup di loro interesse.
Prospettive di investimento per l’India nel 2023
Nel panorama degli investimenti indiani, la prima metà del 2023 ha segnato un notevole calo, sia del volume delle operazioni che degli importi dei finanziamenti. Venture Intelligence, un affidabile fornitore di dati su PE-VC (Private Equity – Venture Capital), ha riferito che durante questo periodo sono state effettuate 332 operazioni, per un valore di 17,6 miliardi di dollari, rispetto ai 21,7 miliardi di dollari dell’anno precedente. Questo calo è stato ancora più pronunciato se paragonato al picco del ciclo di finanziamento del settembre 2022, quando gli investimenti hanno raggiunto l’incredibile cifra di 37 miliardi di dollari.
Nel contempo, l’afflusso di investimenti diretti esteri (IDE) dell’India, per l’anno fiscale terminato il 31 marzo 2023, è ammontato a 70,97 miliardi di dollari, comprendendo afflussi di capitale, utili reinvestiti e altre fonti di capitale. Questa cifra riflette un calo rispetto agli 84,83 miliardi di dollari dell’anno precedente, sottolineando le mutevoli dinamiche all’interno del panorama degli investimenti indiano.
Nel primo semestre del 2023, anche l’ecosistema delle startup indiane ha assistito a una recessionecome indicato dal “Tracxn Geo Semi-Annual Report: India Tech-H1 2023”. Durante questo periodo, il numero delle operazioni di finanziamento è sceso a 536, una diminuzione sostanziale rispetto alle 946 registrate nel secondo semestre del 2022 e alle oltre 1.500 del primo semestre del 2022. Parallelamente, il finanziamento totale nel primo semestre del 2023 è ammontato a 5,5 miliardi di dollari, segnando un declino del 24% rispetto al secondo semestre del 2022, e uno sconcertante calo del 72% rispetto al primo semestre del 2022.
Questo calo non si è limitato a una fase particolare, poiché i cicli di late-stage, early-stage e seed-stage hanno tutti registrato una significativa diminuzione dei finanziamenti, a testimonianza dell’evoluzione del panorama degli investimenti in India. Inoltre, l’emergere di nuovi unicorni nel primo semestre del 2023 è stato piuttosto scarso, evidenziando un cambiamento nelle dinamiche dell’ecosistema delle startup. In particolare, IPV, Accel e 100X.VC sono emersi come i principali investitori nel corso dell’anno, a dimostrazione della loro continua influenza sul panorama degli investimenti nel Paese.
Introduzione all’ecosistema startup indiano
L’ecosistema delle startup indiane si è evoluto fino a diventare il terzo più grande al mondo, accanto ai giganti economici Stati Uniti e Cina. Le sue origini risalgono agli anni ’80, quando sette lungimiranti ingegneri riunirono un modesto capitale di 250 dollari per fondare il colosso tecnologico Infosys. Questi appassionati pionieri, guidati dalla loro esperienza di programmazione e dalle loro ambizioni globali, hanno scritto la prima e iconica storia di successo di una startup indiana. Sulle orme di Infosys, aziende come TCS e Wipro hanno seguito l’esempio, consolidando la posizione della nazione nell’economia globale. Oggi, questo settore in forte espansione impiega 4,8 milioni di persone ed è pronto a raggiungere la ragguardevole valutazione di 19,93 miliardi di dollari entro il 2025.
A maggio 2023, il panorama delle startup indiane vanta il numero impressionante di oltre 99.000 startup ufficialmente riconosciute dal Governo, di cui quasi la metà con sede in città di livello 2 e 3. Queste startup sono distribuite in 669 distretti, in 36 stati e comuni.
L’India ospita attualmente 108 unicorni, il cui valore complessivo è di 340,80 miliardi di dollari al 31 marzo 2023. Di questa schiera di unicorni, 44 hanno raggiunto questo status nel 2021, accumulando una valutazione complessiva di 93,00 miliardi di dollari, mentre nel 2022 sono emersi 21 nuovi unicorni, con una valutazione totale di 26,99 miliardi di dollari.
Questo fiorente ecosistema di startup è una testimonianza dell’innovazione, dello spirito imprenditoriale dell’India e della sua ascesa come potenza globale delle startup.
Come sono definite in India le startup?
Secondo la definizione rivista nel 2019 da parte del DPIIT, in India un’entità si qualifica come startup se rispetta le seguenti condizioni:
- Periodo di costituzione/registrazione: l’entità può essere riconosciuta come startup per un periodo massimo di 10 anni dalla data della sua costituzione o registrazione. Questa registrazione può avvenire sotto forma di società a responsabilità limitata, come definita nel Companies Act del 2013, oppure può essere una società di partnership registrata ai sensi della sezione 59 del Partnership Act del 1932, o di società a responsabilità limitata costituita ai sensi del Limited Liability Partnership Act del 2008, tutte situate in India.
- Soglia di fatturato: Per mantenere lo status di startup, il fatturato annuale dell’entità, a partire dalla sua costituzione o registrazione, non deve superare 1 miliardo di INR.
- Focus su innovazione e sostenibilità: l’entità dovrebbe essere attivamente impegnata in attività legate all’innovazione, allo sviluppo dei prodotti, al miglioramento dei processi o alla fornitura di servizi. In alternativa, può operare come modello di business sostenibile con un significativo potenziale di generazione di posti lavoro o di creazione di ricchezza.
È importante notare, però, che, secondo la definizione corrente, un’entità costituita attraverso la suddivisione o la riorganizzazione di un’impresa preesistente non si qualifica come “startup”.
Comprendere i fattori che hanno portato al recente crollo dei finanziamenti
- Inflazione globale: L’impennata dei tassi di inflazione globale ha portato le banche centrali di tutto il mondo ad aumentare i tassi di interesse per combattere l’aumento dei prezzi. Ciò ha avuto un effetto a cascata sul costo del prestito per startup e imprese. In India, questa tendenza sta contribuendo all’aumento dei tassi di interesse sui prestiti, incidendo sul costo del capitale per le startup.
- Implicazioni fiscali dello spostamento o dell’inversione della sede centrale: Numerose startup indiane stanno valutando di spostare le proprie attività e la sede centrale nuovamente in India, suscitando preoccupazione tra gli investitori a causa dell’elevato costo che questa transizione comporta per le loro finanze. Recentemente, PhonePe, una delle principali startup fintech indiane, ha trasferito la sua sede da Singapore in India, innescando significative implicazioni fiscali per i suoi investitori. Questo evento, noto come reverse flipping, evidenzia la complessità delle normative fiscali e il loro impatto sulle decisioni commerciali transfrontaliere.
- Valutazione delle startup da parte del Governo Indiano: Le startup sperimentano spesso una rapida crescita e aumenti di valutazione, che potrebbero non sempre corrispondere con la generazione di entrate, suscitando così il controllo da parte delle autorità fiscali. Le difficoltà del Governo nel comprendere queste dinamiche di valutazione possono comportare ostacoli normativi e incertezze legate alla tassazione per le startup ad alta crescita.
- Richiesta di parità fiscale: Startup e investitori sostengono la parità fiscale tra azioni quotate e non, per creare condizioni eque. L’obiettivo è garantire che le startup non debbano affrontare svantaggi fiscali rispetto alle società quotate già affermate.
- Sfide complesse relative ai flussi di capitale: Le startup spesso incontrano processi complessi di flusso di capitali a causa delle restrizioni sull’afflusso e sul deflusso di capitali esteri, insieme all’ambiguità che circonda la “Angel Tax ”. Gli investitori sono alla ricerca di leggi societarie semplificate e regolamenti più chiari per andare incontro a investimenti e uscite più fluide. L’India ha recentemente pubblicato le norme finali sulla valutazione delle startup e sulla valutazione fiscale degli investimenti dopo diversi cicli di feedback e consultazioni con le parti interessate.
- Mancanza di approvazione attraverso uno sportello unico: Nei cicli di finanziamento congiunto, le startup subiscono ritardi poiché i singoli investitori devono presentare dichiarazioni separate, con conseguenti inefficienze operative. È necessario un sistema di approvazione a sportello unico per semplificare il processo di investimento.
- Aumentare l’emissione di obbligazioni convertibili: I manager delle industrie sollecitano il Governo ad espandere l’emissione di obbligazioni convertibili oltre le prime 100 startup riconosciute dal DPIIT. Questa iniziativa potrebbe migliorare le opzioni di raccolta di capitali per le startup.
- Durata del conto di deposito a garanzia: Gli operatori del settore chiedono un’estensione del periodo di conservazione consentito per i fondi detenuti nei conti di deposito a garanzia da 18 a 36 mesi. Ciò porterebbe l’India in linea con gli standard globali e favorirebbe le startup che raccolgono capitali in modo incrementale in base al raggiungimento dei traguardi di crescita.
Sopravvivere all’inverno dei finanziamenti per le startup: strategie di resilienza
- Dare priorità alla redditività: In un clima economico difficile, consigliamo alle startup di concentrarsi nuovamente sulle basi: il bisogno di redditività. Sebbene questo sia un principio aziendale senza tempo, diventa particolarmente importante durante le recessioni economiche.
- Gestione dei costi e attenzione al cliente: Elaborare strategie immediate per ridurre le spese con bassa priorità e monitorare attentamente i costi ad alta priorità. Allo stesso tempo, bisogna adottare un approccio vigile nei confronti delle spese operative in corso. Gli sforzi per ridurre i costi devono essere collegati agli sforzi per attrarre e fidelizzare i clienti.
- Ottimizzare i costi di acquisizione dei clienti (CAC): sfruttare le partnership strategiche per ridurre al minimo i CAC. Sviluppare relazioni di settore che convertano utenti o consumatori con intenzioni elevate, anziché perseguire campagne di marketing ampie, ma meno efficaci.
- Adottare un approccio snello: Promuovere una cultura della sobrietà ed un approccio snllo. Essere snelli comporta molto più che un semplice risparmio sui costi; implica iniziare in piccolo, testare e crescere solo dopo aver convalidato il successo. Evitare di investire risorse significative in programmi non ancora collaudati.
- Processo decisionale basato sui dati: In tempi di incertezza, per la pianificazione e la strategia aziendale affidatevi ad approcci basati sui dati. È bene concentrarsi però su parametri applicabili che facilitino un processo decisionale informato, piuttosto che affidarsi a indicatori superficiali che possono dare un falso senso di fattibilità.
- Innovare e collaborare: Le recessioni del mercato non dovrebbero ostacolare i piani di espansione. Lo si evince da storie di successo come Netflix e Groupon, che hanno prosperato durante le crisi finanziarie. Considera alleanze strategiche e partnership con attori complementari per crescere in modo efficace.
- Promuovere la trasparenza e la fiducia: Stabilire e mantenere la trasparenza e la fiducia con dipendenti, clienti e investitori. Un’azienda sostenibile prospera grazie ad una migliore esperienza dei clienti, dipendenti coinvolti e solide relazioni con gli investitori. Questo approccio basato sulla fiducia garantisce resilienza e crescita nel lungo termine.
Perché si prevede che il funding winter delle startup indiane avrà una breve durata
Secondo le stime del settore, le start-up indiane rimangono una destinazione attraente per gli investimenti, mentre le preoccupazioni sul recente rallentamento potrebbero essere dissipate dall’importo significativo di oltre 20 miliardi di dollari, detenuto dai fondi rivolti all’India che attendono con impazienza un’opportunità di utilizzo. Inoltre, il primo semestre del 2023 ha visto un notevole aumento, con 14 round di finanziamento che hanno superato i 100 milioni di dollari, ovvero un aumento del 17% rispetto al precedente secondo semestre del 2022.
Tra le sfide principali, le startup indiane di tecnologia spaziale hanno raggiunto traguardi senza precedenti, le imprese incentrate sull’intelligenza artificiale hanno catturato l’attenzione degli investitori, e le startup di veicoli elettrici (EV) hanno approfittato dell’interesse delle aziende indiane per la rivoluzione dell’energia pulita nei settori dei trasporti e dell’auto. Ad esempio, Google ha segnato il suo primo investimento nel settore della tecnologia spaziale indiana, guidando un round di finanziamento di serie B da 36 milioni di dollari nella startup di tecnologia spaziale Pixxel, con sede a Bangalore.
Nel frattempo, il Governo Indiano sta attivamente affrontando gli ostacoli operativi collaborando con fondi di investimento alternativi, fondatori di startup e gestori di fondi. Inoltre, si stanno sollecitando contributi da vari settori, inclusi fondi comuni di investimento, banche e altre parti interessate, per comprendere i fattori che contribuiscono al declino dei finanziamenti, dimostrando un atteggiamento proattivo nel favorire l’ecosistema delle startup.
In che modo le startup in India si assicurano i fondi?
Garantire finanziamenti per le startup comporta un processo in più fasi che si sviluppa come di seguito indicato:
- Bootstrapping: Nelle fasi iniziali, i fondatori di startup ricorrono spesso al bootstrap, che comporta l’investimento del proprio capitale, oltre ai contributi di amici e familiari, per l’avvio dell’attività. Questo approccio di autofinanziamento consente di mantenere il controllo sulla direzione dell’azienda.
- Finanziamento seed: Dopo il bootstrap, le startup cercano finanziamenti iniziali da “angel investors”. Si tratta in genere di investitori con un patrimonio netto elevato, specializzati nel supportare le aziende in fase iniziale. Il finanziamento “seed” fornisce alle startup il capitale necessario per sviluppare ulteriormente i propri prodotti o servizi e consolidare i propri progetti imprenditoriali.
- Round di serie A, B, C e D: Man mano che le startup progrediscono e dimostrano potenziale di crescita, passano a round di finanziamento più consistenti, come le serie A, B, C e D. Questi round sono facilitati principalmente da società di venture capital, che iniettano ingenti quantità di capitale nelle startup, e vanno da decine a centinaia di milioni di dollari. Ogni round successivo corrisponde in genere a una valutazione più elevata dell’azienda e ne supporta l’espansione, la penetrazione nel mercato e gli sforzi di crescita.
- Quotazione pubblica: In una fase successiva del loro sviluppo, alcune startup scelgono di quotarsi in borsa, il che comporta l’offerta di azioni della società al pubblico. Questo può essere ottenuto attraverso un’offerta pubblica iniziale (IPO), in cui le azioni della società vengono vendute in una borsa pubblica. In alternativa, le startup possono essere acquisite da una Special Purpose Acquisition Company (SPAC), oppure possono scegliere una quotazione diretta in borsa. La quotazione in borsa offre a chiunque un mezzo per investire nella società e consente inoltre ai fondatori della startup e ai primi investitori di vendere le proprie azioni, realizzando potenzialmente rendimenti significativi sui loro investimenti iniziali.
In sintesi, le startup utilizzano una varietà di fonti e fasi di finanziamento per garantire il capitale necessario per sviluppare e far crescere le proprie attività. Il percorso che scelgono spesso dipende dal loro modello di business specifico, dalla traiettoria di crescita e dagli obiettivi nel lungo termine.
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